spinning topwater

Spinning in mare: azione topwater

Salve a tutti anglers! In questo articolo vi parlerò dei differenti utilizzi per lo spinning delle esche topwater con vari pesci e in diverse situazioni.

Le esche topwater sono senza dubbio gli artificiali più usati e divertenti per lo spinning salt water.

La spettacolarità scenica degli attacchi dei predoni di mare su un’esca di superficie è unica e dà una botta di adrenalina che crea forte dipendenza.

Centinaia sono i modelli presenti sul mercato e molte le situazioni in
cui è possibile utilizzarli.

Si tratta di un argomento affrontato più volte e non mi soffermerò quindi su considerazioni di carattere generale.

Vorrei solo raccontare alcune delle mie esperienze e spiegare la mia scelta degli artificiali a seconda degli spot e delle condizioni marine che frequento con maggiore assiduità.

Piccole foci


Uno degli ambienti nei quali mi reco più spesso è quello delle piccole foci, a volte anche piccolissime, dove la pesca, che si concentra prevalentemente sulla spigola, non è per niente scontata.

Entrando nello specifico, mi vorrei riferire alle foci che su tutto lo sbocco sono costellate da scogli che rasentano la superficie e fondali molto bassi.

Qualsiasi altra esca rischierebbe qui di rimanere incagliata, per cui la mia scelta ricade su wtd fino a 10 cm che imitano piccoli pesci.

La battuta si concentra nelle fasi di picco di bassa marea, ma visto che la portata infinitesimale del microambiente non crea sufficiente spinta d’acqua a far posizionare le regine dietro ai massi per sfruttare la corrente, occorre aspettare le forti piogge e di conseguenza la piena del fiume, che aumenta considerevolmente il livello e la spinta.

Se non ci sono innalzamenti dovuti ad agenti atmosferici, dobbiamo recarci a pescare quando ci sono escursioni di marea molto alte.

In questo secondo caso, da quello che ho potuto vedere, è necessario concentrarsi nelle due ore precedenti e antecedenti il picco massimo di bassa marea.

Il foraggio si fa trasportare immobile o quasi dalla corrente in uscita, specialmente con acqua torbida e quando passa sopra le teste dei predatori appostati dietro ai sassi, nelle buche e negli scalini sul fondo, il malcapitato viene aspirato con una fragorosa mangiata a galla.

Bisogna lanciare il wtd in corrente diagonalmente allo scorrere del fiume e, con lentissimi e pronunciati destra sinistra e molte pause, far compiere una ‘passata’ all’esca seguendo con la canna lo scorrere del filo sulla corrente in uscita.

Ricordate inoltre di far passare l’imitazione quasi in deriva, con molta pazienza e accuratezza su tutti i possibili spot, se necessario addirittura aprendo l’archetto e facendo arrivare l’esca, aiutati dalla corrente, anche negli spot più lontani non raggiungibili a tiro di lancio.

Questa tecnica della deriva si può utilizzare anche in foci più ampie, con fondali non eccessivamente alti.

Nelle grandi foci saremo aiutati da una maggiore portata del fiume, che consentirà durante l’anno un maggior numero di momenti idonei, aspettando picchi di marea non necessariamente con grosse escursioni.

Ricordo una gita di qualche anno fa in acque francesi, alla foce del fiume Rodano, dove le acque basse e le correnti del flusso in uscita erano pressoché perenni e molto forti, con fondali sabbiosi molto irregolari e centinaia di buche e scalini sabbiosi, che consentivano di trovare in caccia le spigole durante tutto l’arco della giornata.

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Fiumi e canali interni


Altri spot interessanti dove l’uso dei topwater risulta quasi indispensabile sono gli interni di fiumi e canali.

Specialmente d’estate la portata dei fiumi diminuisce e consente alle acque salate di risalire anche per diversi chilometri.

Le spigole in questo periodo dell’anno risalgono molto a monte per cibarsi, facendo vita facile e catturando ogni sorta di preda.

Risalgono fino a che non trovano sbarramenti o terrapieni pronunciati, dove spesso il dislivello crea un aumento della corrente e dove amano sostare e cacciare nelle stesse modalità che ho indicato prima.

Dove il corso d’acqua assume le caratteristiche classiche del fiume del piano, con scorrimento lento, spesso le sponde sono costellate da ostacoli di ogni genere e da macchia fitta, sotto la quale la regina si nasconde in ombra, pronta per sferrare i suoi attacchi.

In queste condizioni, scarto a priori i wtd classici e i popper, perché non possono essere lanciati all’interno delle cover nel fitto della vegetazione a causa degli ami singoli o degli ancorotti scoperti.

Faccio quindi ricadere la mia scelta su gomme montate su amo offset, leggermente bombate e dalla coda dritta.

Personalmente utilizzo il Persuader di Seaspin senza paddle, che con la sua forma tozza, come una specie di pallina, risulta facile da skippare e penetra nel fitto della vegetazione senza rimanere incagliato.

Una volta che l’esca è arrivata a destinazione, la faccio muovere a galla come un wtd all’ombra della coltre di ramaglie.

Le condizioni atmosferiche che mi hanno regalato più catture sono quelle delle giornate caratterizzate da un alto tasso di umidità, bassa pressione e temporali in avvicinamento e sempre sul culmine dell’alta marea, che ricordiamo a seconda della distanza dal mare ritarderà ad arrivare.

Tenete sempre le orecchie ben aperte per sentire e individuare eventuali cacciate a galla, che molto spesso, dopo l’immediato lancio su di esse, regalano la cattura non appena l’esca tocca l’acqua.

Le spiagge


I topwater sono inoltre micidiali dalle spiagge: se fatti passare nel modo giusto nelle buche e nei canaloni che si formano regalano spesso belle catture.

Occorre certo tenere sempre conto della direzione della corrente, perché le spigole si mettono sempre all’aspetto con la testa verso di essa e quindi sullo scalino che si trova su quel lato.

Tenere in considerazione tale fattore è utilissimo per due motivi: primo, perché sapremo in che direzione dovrà essere manovrata la nostra imitazione, secondo, perché ci sarà un notevole risparmio di lanci su tutti gli scalini della buca, evitando di disturbare eventuali pesci, e un notevole risparmio di tempo.

I porti


Nei porti con acqua cristallina vediamo spesso spigole, anche di grossa taglia, gironzolare sia di giorno che di notte, senza calcolare minimamente l’opzione di attaccare qualsiasi tipo di esca.

Ho potuto constatare negli anni che insistere con esche top water porta buoni risultati.

Secondo il mio punto di vista, le spigole riescono molto bene a distinguere l’inganno e a vedere il filo quando è immerso nell’elemento liquido, mentre un’esca recuperata sapientemente a galla e in maniera piuttosto nervosa, con i suoi schizzi e le increspature che crea, induce il predatore all’attacco.

Mi sono infatti ritrovato in piena estate, con giornate soleggiate caratterizzate da alta pressione, non certo favorevoli per la pesca alla regina, a effettuare, con risultati alterni, diverse catture anche di buona taglia.

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Skipping lures


Un’altra esca che utilizzo con molta frequenza è la fantomatica saponetta, per diminuire il numero di attacchi a vuoto, monto l’ancorotto abbinato ad una girella con cuscinetti e doppio split-ring, che fa sempre rimanere l’ancorotto i acqua nonostante i frenetici e veloci saltelli, nel combattimento, inoltre, si evitano molte slamate dovute alla leva che possono compiere tra di loro gli ami e che spesso fanno concludere anticipatamente il duello.

Utilizzo preferibilmente la saponetta in condizioni di vento assente e mare calmo, dove topwater troppo ‘lenti’ avranno tutto il tempo di essere studiati dai nostri amati pesci.

Altra situazione nella quale utilizzo le skipping lures è in presenza di scalino di risacca molto lontano, perché la loro superiore lanciabilità consente di far arrivare e far passare nella strike-zone l’imitazione là dove altre esche non arriverebbero.

Parlando di spigole, possono essere recuperate anche lentamente con recuperi ritmati a canna bassa come un vero e proprio wtd.

La cacciata su una saponetta recuperata in velocità dà un’emozione che tutti dovrebbero provare.

Ricordo in particolare una calda giornata di inizio settembre, con assenza totale di vento e mare piatto come una tavola: dopo circa due ore di lanci, all’improvviso, a fine recupero, un serrone si materializzò dal nulla attaccando con una fragorosa esplosione a galla, seguita da un’immediata quanto potente fuga verso largo che mi fece tremare le gambe per un’ora.

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Mare mosso e popper


In condizioni di mare mosso, invece, prediligo sempre i popper, che riescono con la loro ampia bocca a rimanere ben piantati.

Specialmente in foce, dove l’acqua è velata, causa la sabbia e i detriti alzati dal moto ondoso e il marasma dei cavalloni.

I recuperi, che con il popper sono ovviamente più macchinosi e lenti, risultano micidiali, grazie al rumore e agli spruzzi che questo provoca rompendo la superficie dell’acqua e risultando così più facilmente individuabile.


Nulla vieta anche l’utilizzo di altre tipologie di esche di superficie, che possono risultare efficaci a seconda dei diversi ambienti.

Succede per esempio di ritrovarsi a combattere con forti libecciate, accompagnate da fastidiosissima posidonia in sospensione e onde importanti.

Il jerk o comunque tutto ciò che lavora underwater viene scartato a prescindere, perché raccoglierebbe troppa alga e renderebbe inutilizzabili e improduttive le nostre imitazioni.

La scelta ricade dunque sulle esche di superficie, ma saponette e wtd, a causa del forte vento laterale, non tenendo l’acqua, scivolerebbero senza poter essere minimamente lavorate, causa l’arco del filo creatosi con le forti raffiche.

Entrano anche qui in gioco i popper, che come ho detto, raccogliendo acqua e quindi frenando, riescono a rimanere in pesca con successo.

Ricordiamo sempre che le condizioni meteomarine citate sono proibitive per noi pescatori, per cui cercheremo sempre di evitarle aspettando le fasi di scaduta, ma il predone è li in caccia comunque: se dunque con resistenza e determinazione, prestando sempre la massima attenzione e sempre in compagnia di un amico, potremo avere grandi risultati.

Proprio in queste condizioni ho potuto fare l’incontro con una maestosa leccia e con un serra di oltre 6 kg di peso.

I barracuda


Vorrei spendere due parole anche sui barracuda, presenza ormai fissa su molte coste italiane: assidui frequentatori di profonde scogliere caratterizzate da acqua limpida, tendono a raggrupparsi in grossi branchi per la riproduzione nella stagione primaverile.

Si può infatti notare molto spesso che nelle fasi di cambio di luce, i barracuda seguono i nostri jerk o minnow in maniera disinteressata, senza attaccare.

Ebbene, montando un wtd e recuperandolo lentamente, le mangiate aumenteranno come per magia.

Ovviamente non è un’alternativa universale, ma mi sono ritrovato decine di volte ad aggiustare albe o tramonti pessimi con diverse catture anche di rilievo, deliziando i miei occhi con attacchi spettacolari in verticale e altissimi salti acrobatici.

Può succedere anche nelle ore notturne ma con meno frequenza e qui dovremo mettere al primo posto long jerk ed esche siliconiche.

Il barracuda è uno dei pesci più lunatici che esistano, specialmente in aree portuali: anche se il porto è colmo di pesci, ci ritroveremo a pescare nel nulla per diverse ore per poi all’improvviso effettuare catture multiple e vedere poi nuovamente cessare l’attività predatoria senza spiegazione o motivo apparente.

Quando programmo battute mirate al barracuda in porto, scelgo sempre nottate di luna piena con vento leggero o nullo.

In queste situazioni, nella stagione che va da febbraio fino a maggio, mi sono infatti trovato ad avere i migliori risultati.

In scogliera, invece, i branchi di barra sono più o meno presenti tutto l’anno, anche se i mesi migliori sono quelli caldi, nei quali accostano ed entrano in attività ancora una volta sui cambi di luce o di giorno con mare mosso di scaduta e tanta schiuma.

Scegliete sempre, se possibile, punte e pennelli esposti e lanciate lontano le vostre esche, che spesso verranno qui recuperate con maggiore dinamicità rispetto alle tranquille acque portuali.

Sono ottimi tutti i top water, anche se i maggiori risultati li ho avuti con popper recuperati stile wtd molto energicamente, muovendo con veloci e nervosi colpetti di canna la testa dell’esca a destra e a sinistra.

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Ci sono centinaia di condizioni e tipologie di spot e tantissimi sono i predatori insidiabili con le esche di superficie, ad esempio le divertentissime occhiate con mare in scaduta, le velocissime lampughe e ancora ogni sorta di pelagico.

Insomma, tanto ancora ci sarebbe da aggiungere, ma avremmo senz’altro occasione di continuare a parlare di questo splendido argomento.

Un saluto,

Giacomo.

Articolo precedente: Spinning al dentice a Fuerteventura

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